giovedì 29 gennaio 2009

ARCHEOLOGIA... SATIRICA / MARCELLO MARCHESI, Il signore di mezza età


AFORISMI DI MARCELLO MARCHESI

* Giovane si schianta contro lampione. Spenti entrambi.
* Chi si inferma e' perduto!
* E' sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili. (attribuita anche a Ernest Hemingway e a Verlaine)
* Dio, dammi un assegno della tua presenza.
* Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano.
* Tra il dire e il fare c'e' una busta da dare.
* Una delle cose fondamentali della vita e' la dignita'. Non bisogna mai perderla. Per non perderla basta non averla.
* Meno tavole rotonde, piu' tavole calde.
* Diceva Marcello Marchesi nel 66° compleanno di Giulio Andreotti: Chi non muore si risiede.
* Il mondo e' fatto a scale, chi e' furbo prende l'ascensore.
*Perche' denunciare il reddito dopo il bene che vi ha dato?
* Diamo a Cesare quel che e' di Cesare. Ventitre' pugnalate. (Gino Patroni)
* Vorrei morire ucciso dagli agi. Vorrei che di me si dicesse: "Come e' morto? Gli e' scoppiato il portafogli".
* Tutto e' perduto, fuorche' l'ospite d'onore.
* La legge e' uguale per tutti. Basta essere raccomandati.
* La superbia ando' a cavallo e torno' in yacht.
* Burocrazia: Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli.
* L'importante e' che la morte ci trovi vivi.
* Mi sento sotto la cresta dell'onda.
* Dimmi con chi vai e ti diro' se vengo anch'io.
* Chi trova un amico chiede un prestito.
* La gallina che canta ha fatto il disco.
* Oggi un'automobile mi e' venuta addosso. Mentre ero ancora col piede in aria, mi e' arrivato l'urlo dell'automobilista. "Ma va' in macchina, cretino!".
* (pubblicità) Sparatevi Breda.
* La signora Colgate? Un attimo, si sta cambiando d'alito.
* Quanto ho sofferto quando ho saputo che l’inventore dell’alta fedeltà è cornuto.
* Il primo abbonato al telefono non sapeva a chi telefonare.
* Un cretino può scrivere un saggio, ma non viceversa.
* Affogò perché si vergognava a chiedere aiuto.
* Odio bonariamente tutti (in Il sadico del villaggio).
* Soltanto un pomodoro su dieci diventa De Rica, gli altri sono buoni.
* “Lei dove scende?”. “Io scendo a Patti”. “Io scendo a compromessi”. * “Ma allora facciamo la stessa strada”.
* La Montedison ha dimezzato il capitale. Metà è andato a monte e metà è andato all’Edison.
* Chi va con lo zoppo impara il twist.

MARCELLO MARCHESI (Milano, 14 aprile 1912 – Cabras, 19 luglio 1978) è stato comico, regista e sceneggiatore italiano.
Ricordato per le sue battute sospese fra il surreale e il satirico (gli aforismi del quale fu maestro Achille Campanile), condusse alcune trasmissioni televisive di successo come Il signore di mezza età e Alta pressione.
Ricorda il critico televisivo « Aldo Grasso che di Marcello Marchesi furono alcuni dei più famosi slogan di Carosello, divenuti quasi proverbiali: "Non è vero che tutto fa brodo!", "Il signore sì che se ne intende", "Con quella bocca puoi dire ciò che vuoi", "Il brandy che crea un'atmosfera", "Per dindirindina che equivoco... Falqui: basta la parola!", e tanti altri ».[1]
Fu tra gli autori della rivista umoristica Bertoldo, pubblicata dal 1936 dalla Rizzoli
A tre anni venne provvisoriamente ospitato da uno zio milanese residente a Roma. In realtà nella capitale Marchesi restò per diciotto anni. Dopo la morte dello zio tornò a Milano, dove si laureò in giurisprudenza e iniziò a lavorare in uno studio legale. La sua vita cambiò quando, durante uno spettacolo studentesco al Teatro Lirico a cui aveva fervidamente collaborato, incontrò Andrea Rizzoli, figlio del potente Angelo, che voleva reclutare gente in gamba per un giornale umoristico che la sua casa editrice voleva fondare per fare da contraltare al successo che riscuoteva a Roma il "Marc'Aurelio", diretto da Vito De Bellis. Nel 1936 Rizzoli diede vita a "Il Bertoldo", che ebbe fra le sue firme anche Marcello Marchesi, oltre a Vittorio Metz e Giovanni Mosca. Su "Il Bertoldo" la sua firma non comparve tanto spesso quanto le sue idee: Marcello Marchesi creava vulcanicamente spunti per rubriche e personaggi che poi lasciava da sfruttare agli altri. Questa esperienza diede inizio alla sua multiforme attività di giornalista, sceneggiatore, regista, attore, scrittore e umorista. Nel 1937 creò per l'EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) il programma A2 Radioenciclopedia. A partire dal 1938 iniziò a scrivere testi per il teatro di rivista, interpretati da notissimi attori come Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Walter Chiari, Ugo Tognazzi e Gino Bramieri. Qualche tempo dopo Vittorio Metz decise di tornarsene a Roma, Marchesi lo seguì e collaborò con lui alla nascita del nuovo cinema comico italiano. Il primo film sceneggiato da Metz e Marchesi fu Imputato, alzatevi! (1939), una divertente commediola con Erminio Macario, diretta da Mario Mattoli. Così ricorda questa prima esperienza Marchesi: «Presi dall'entusiasmo riempimmo la sceneggiatura di tante battute che il pubblico non aveva il tempo di ridere: se rideva, ne perdeva metà, una coprendo di risate le battute pari, l'altra le dispari». Dopo il successo di Imputato, alzatevi, seguirono Lo vedi come sei? (1939) e Il pirata sono io! (1940), sempre interpretati dal grande comico torinese. Nel 1942 Marchesi iniziò a lavorare per il varietà e la rivista presentando al Teatro Quirino di Roma la rivista Za Bum, ma non tralasciò affatto la sua attività di sceneggiatore cinematografico, che proseguì nel dopoguerra con una sessantina di film comici scritti sempre con Vittorio Metz, chiusi in una stanza dell'albergo Moderno di Roma. Fra i titoli più importanti ricordiamo: I due orfanelli (1947), Totò al giro d'Italia (1948), Totò cerca casa (1949), Adamo ed Eva (1949), I cadetti di Guascogna (1950), Totò sceicco (1950), Bellezze in bicicletta (1951), Siamo uomini o caporali? (1955), Totò lascia o raddoppia? (1956) e Susanna tutta panna (1957). Nella stagione 1952-53, sempre in coppia con Vittorio Metz, realizzò I fanatici, divertentissima rivista interpretata da Billi e Riva. Nella stagione seguente portò in teatro Controcorrente (1953-54), rivista veramente innovativa che abolì boys, passerella, scene e costumi per un intrattenimento stile cabaret, con Walter Chiari impegnato in monologhi e scenette (qui affiancato da due brave attrici, Bice Valori e Marina Bonfigli) e con le canzoni di Domenico Modugno. Nel 1952 Marchesi tornò a Milano e iniziò la sua attività di produttore e autore di testi della televisione, non ancora ufficialmente nata, con Te lo ricordi. Il 1954 fu l'anno della sua prima vera trasmissione Invito al sorriso. L'anno seguente fu la volta di Ti conosco mascherina diretto da Vito Molinari, con Antonella Steni ed Alberto Bonucci, scritta con Carletto Manzoni e Giovanni Mosca. Nel 1956 fu tra gli autori di Lui e lei, una parodia della lotta fra sesso forte e sesso debole scritta con Vittorio Metz, e interpretata da Nino Taranto, Delia Scala, Nuto Navarrini e Sandra Mondaini. Nella seconda metà degli anni '50 Marchesi creò il personaggio televisivo di Walter Chiari, lasciando credere al pubblico che il comico improvvisasse come a teatro in La via del successo (1958). Fra i programmi sceneggiati da Marchesi di maggior successo ricordiamo L'amico del giaguaro (1961), con Corrado, Gino Bramieri, Raffaele Pisu e Marisa Del Frate, Quelli della domenica (1968), varietà in cui un esordiente Paolo Villaggio proponeva le due irresistibili macchiette del dottor Kranz e di Fracchia, e diverse edizioni della trasmissione musicale Canzonissima. Nel 1963 Marchesi apparve nel doppio ruolo di sceneggiatore e conduttore televisivo con Il signore di mezza età. Al fianco di Lina Volonghi e Sandra Mondaini, Marchesi ironizzava sul piccolo schermo, sul boom economico, sui vizi degli italiani, e sull'età che avanzava. Non va dimenticato che Marchesi inventò per Carosello una miriade di slogan, diventati proverbiali: «Non è vero che tutto fa brodo», «Il signore si che se ne intende», «Con quella bocca può dire ciò che vuole», «Il brandy che crea un'atmosfera», «Perdindirindina che equivoco… Falqui: basta la parola!» e mille altri. È impossibile elencare tutte le sceneggiature (teatrali, cinematografiche e televisive) di Marcello Marchesi, ricordiamo pertanto le più note: Alta tensione (1951), Sayonara Butterfly (1958) e Cielo, mio marito! (1972), pièce scritta con Maurizio Costanzo e interpretata da Gino Bramieri e Ombretta Colli. Marchesi fu anche regista cinematografico: girò infatti esilaranti commedie come Milano miliardaria (1951) e Lo sai che i papaveri (1952). Inesauribile fonte di comicità e di ironia, lavoratore infaticabile, Marchesi pubblicò anche numerosi libri, nei quali raccolse racconti e scenette di successo: Diario futile, Essere o benessere, Il sadico del villaggio, Sette zie e Il malloppo. Sono piccole storie, osservazioni, aforismi sull'Italia un po' spaccona del boom economico, con particolare attenzione per la sarabanda televisiva e il suo mondo fasullo, per la palude della politica, per i miti e i riti dell'italiano medio che assapora il consumismo. Le pagine di Marchesi sono ricognizioni sulla superficie del Paese che a distanza, però, rimandano riflessi per nulla trascurabili dell'Italia alla sua svolta industriale. Nel 1976, a sessantaquattro anni, sposò in seconde nozze Enrica Sisti, di oltre 30 anni più giovane di lui, e diventò padre di Stefano Massimo. La nascita di Stefano Massimo aveva sconvolto Marcello Marchesi di gioia. Il 19 luglio 1978 mentre stava nuotando con Massimo nel mare di Oristano, Marchesi venne sbattuto su uno scoglio da un'onda fortissima. Batté la testa e morì sul colpo. Marcello Marchesi è stato, con Petrolini e Totò, uno dei più geniali umoristi della scena italiana. La sua capacità di fissare, anche in poche parole, un'ironia e una comicità mai fuori posto, semplice e incisiva, ha regalato al pubblico italiano anni di divertimento.

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