venerdì 27 febbraio 2009

TUTTO FUMO... NUCLEARE

OSPITE D'ONORE PILLININI




Dopo Stefano Disegni, altro illustre ospite d’onore. E’ Nico Pillinini. E quale migliore presentazione se non quella di Marco Travaglio?

“Non avendolo mai conosciuto di persona, ma solo attraverso le sue vignette, mi ero fatto l’idea che Pillinini fosse uno pseudonimo. Invece si chiama proprio così: Pillinini. Ed è una bella fortuna, quasi come quella che toccò a Totò da giovane, quando gli rifilarono un gancio sotto il mento e venne su con la faccia storta. Perché Pillinini è un cognome da satiro. I pillinini dum dum, acuminati ed esplosivi, che spara col suo schioppo ogni giorno dalla prima pagina della Gazzetta del Mezzogiorno, mirando dritto al culo della vittima designata, fanno un male bestia. Ecco, Pillinini - ne parlo sempre senz’averlo mai conosciuto - dev’essere proprio cattivo. Almeno quando prende la mira e fa fuoco. Perché le sue vignette, sono di una perfidia rara…” (pillinini.blogspot.com)Un grande ammiratore di Pillinini era nientemeno Sandro Pertini (la stima ovviamente era reciproca) che non mancava di chiedergli gli originali delle vignette in cui il Presidente apariva sempre magistralmente effigiato.Per rendere omaggio al grande uomo politico, nel diciottesimo anniversario della morte, l’artista pugliese (è di Lama, Taranto) ha inteso pubblicare su Inserto Satirico una vignetta sul 1° maggio, festa dei lavoratori, con Pertini… muratore (per la verità nell’esilio francese fece, tra l’altro, anche l’imbianchino), un disegno ricco di allegoria e di pathos, realizzato in occasione della fine del settennato presidenziale e una straordinaria fotografia in cui Pillinini mostra l’originale della copertina del libro “Pagine gialle” ricevuto in dono dall’autore Giorgio Forattini.

mercoledì 25 febbraio 2009

FRANCESCHINI... E FRANCESCHIELLO...


Nella retorica risorgimentale e post-unitaria, mentre paradossalmente Vittorio Emanuele II fu noto come "il re galantuomo", Cavour come "il tessitore", Garibaldi "L'eroe dei 2 mondi", Enrico Cialdini "il generale di ferro" e Nino Bixio "il liberatore", il Sovrano delle Due Sicilie, Francesco II di Borbone sconfitto e detronizzato, si vide invece affibbiare, anche a livello quasi ufficiale, il malevolo soprannome di "Franceschiello", un nomignolo datogli dai cronisti dell'epoca per ridicolizzare la figura di un sovrano che aveva perso il proprio Regno (anche "Esercito di Franceschiello" è un modo di dire tuttora usato per indicare un gruppo di soldati o di persone incapaci ed indisciplinate).

martedì 24 febbraio 2009

STEFANO DISEGNI / LIBERTA' DI COSCIENZA



Il fuoriclasse della satira Stefano Disegni ha avuto una ulteriore attenzione per gli amici satirici inviando una sua recente produzione, che volentieri pubblico, con il seguente commento: “Proposta operativa per tutti quelli, credenti e no, che pensano che la libertà di scelta individuale è fondamentale in una società civile e che non si possa mai imporre a un altro di vivere e agire secondo scelte e opinioni che non condivide”

domenica 22 febbraio 2009

SCHERZO DI CARNEVALE IN ABITO... DA SERIO ('O SOLE MIO in latino...)



Latinisti insigni gli hanno espresso ammirazione e ogni incoraggiamento.
Il chiarissimo professor Riccardo Avallone, già candidato al Premio Nobel, gli scrisse: “Ho letto con attenzione e viva ammirazione la Sua traduzione latina delle più celebri canzoni napoletane. La Sua è una traduzione sempre meditata, aderente, fluida, sfavillante, ritmica: Lei è un benemerito sia del Dialetto napoletano sia della Lingua latina! Continui in queste traduzioni: renderà un grande servigio al Dialetto napoletano e alla Lingua latina, viva più che mai e pronta a far sue tutte le voci”.
Il Grand’Ufficiale Mario Pinto, ispettore centrale del ministero dell’Istruzione, gli scrisse: “Ho letto con ammirazione e con diletto crescenti la silloge di traduzione in latino delle più celebri canzoni napoletane. Se non è facile impresa rendere in latino, con quella felicità di scelte lessicali e di combinazioni ritmiche che si riscontrano nel Suo lavoro, componimenti quali le più celebri canzoni napoletane (nate, insieme, dalla fantasia e dal sentimento), impresa più difficile ancora è quella di rendere in una lingua severa e razionale, quale è il latino, la varietà e la complessa espressività di un dialetto come il napoletano. Ma in questo difficile compito Lei è felicemente riuscito, e perciò me ne congratulo con convinta ammirazione”.
Da Pau Geneviève Immè, latinista francese che aveva tradotto in latino “Santa Lucia luntana” gli scrisse: “Cher Ami, J’admire l’aisance avec laquelle vous rendez en latin ces chansons: Dèjà cette invention de “Funitrahì, funitrahà” est une trouvaile merveilleuse. Cela m’aurait semel intraduisible, et vous avez eu là une idèe de gènie”.
Alle “Napolitanae Cantiones” di Vito la stampa ha riservato lusinghieri giudizi.
“Ma chi l’ha detto che il latino è una lingua morta? – ha scritto Gabriele Bojano del ‘Corriere del Mezzogiorno’- E’ talmente viva, invece, che si è messa a cantare a squarciagola le canzoni classiche napoletane. ‘Comme facette mammeta?’ si è trasformata così in ‘Ut fecit mater tua’, mentre ‘I te vurria vasà’, risciacquata nell’idioma di Lucrezio, suona più o meno ‘velim te basiare’. Per non parlare poi del capolavoro di Capurro-Di Capua ‘O sole mio’ che, vocabolario alla mano, diventa ‘Meus sol’.
Per Franco Bruno Vitolo, del periodico “Il Castello”, “E’ un gioco. Anzi, un esercizio mentale. Anzi un nobile recupero culturale. Anzi una goduria, Certo non è di tutti tradurre in latino ventidue canzoni napoletane tra le più popolari, conservando toni, cadenze e accentazione, e cantarle. Lo ha fatto Vito Telese, professore di diritto in pensione con l’hobby della musica, che con le sue canzoni in ‘napolatino’ riscuote da tempo sorrisi e successi”.
“Vito Telese –prof e giornalista in pensione- ha scritto Erminia Pellecchia del quotidiano ‘Il Mattino’, da quattro anni si è messo all’opera per tradurre, conservandone integro il ritmo e la sonorità, i testi più amati del ricco canzoniere napoletano. La voce è bella, intonata e gradevole, il brio non manca, l’eleganza è innata. Così da docente e astro delle pagine sportive, Vito Telese si è trasformato in menestrello per la gioia dei vip salernitani e non solo. Pronti come i fratelli senatore Alfonso e Pasquale Andria (presidente del Tribunale dei minorenni di Potenza), del cognato Paolo Pasca o del vice questore Pietro De Rosa a fargli da coretto…”
Che dice di se stesso il buon Vito? “Ho preso due piccioni con una fava mettendo insieme due mie grandi passioni, la musica e il latino. E l’operazione è piaciuta e, così, sono costretto a ‘subire’ le richieste di amici e conoscenti per recital porta a porta, tra salotti e club privati, ovviamente nella lingua dei classici”.
Visto che tra le ventidue “Napolitanae Cantiones in latinam linguam conversae a Vito Telese” c’ è già ‘Sum insànus, sum insànus, foras ite de domo mea!…’: ‘Je so’ pazzo, je so’ pazzo, ascite fora da casa mia!’ di Pino Daniele, all’appello non potrà certamente mancare “Scetateve 'uagliun’e malavita”…

sabato 21 febbraio 2009

ARCHEOLOGIA SATIRICA / Enrico De Seta




“Archeologia Satirica”, altra ricerca.
E’ il turno di Enrico De Seta: tre vignette del 1973 (Marc’Aurelio) e una breve biografia tratta da FFF, Fondazione Franco Fossati (illustratori, umoristi, scrittori, giornalisti.

"""Enrico DE SETA 1908
Nasce a Catania (Italia) il 17 febbraio 1908. Dalla città siciliana, dove il padre si trovava per motivi professionali, la famiglia si trasferisce presto a Roma. A 15 anni pubblica il suo primo disegno sul Serenissimo, una testata umoristica ispirata alla tedesca Simplicissimus.
Collabora poi con diverse altre testate (una quarantina in tutta la sua carriera), tra le quali l'antifascista Sancio Pancia, Gente nostra, Il tifone.
Nel 1930 è al Travaso.
Nel 1937 inventa e dirige il giornale a fumetti Argentovivo! e dal 1938 collabora con il Marc'Aurelio, dove crea il leggendario Mago Bacù.
Collabora con il Guerin Meschino.
Per Il Balilla dà vita ad alcuni dei suoi personaggi migliori, come Re Giorgetto d'Inghilterra e Ciurcillone, che per il giornale dovrebbero essere di propaganda contro gli Alleati ma che sono talmente simpatici da sortire l'effetto contrario (al punto che la loro pubblicazione sarà interrotta).
Nel 1944 collabora con il settimanale satirico Pettirosso, supplemento dell'Avanti!, e nel 1947 crea l'effimero Belzebù! con Vittorio Metz.
Sono particolarmente conosciuti e apprezzati i suoi cartelloni cinematografici, e nel dopoguerra si dedica soprattutto a questa attività."""

mercoledì 18 febbraio 2009

CONCORSO VOLONTARIATO SCLEROSI MULTIPLA






Il gruppo INSERTO SATIRICO, in collaborazione con VO.S.M.
(VOLONTARIATO SCLEROSI MULTIPLA Sardegna), ha organizzato, a fine 2008, un concorso nazionale di satira per evidenziare come spesso le elargizioni, destinate al beneficio dei malati, in realtà si disperdano nei meandri della burocrazia (e non solo ...).
Tutte le vignette partecipanti (una quarantina) saranno esposte sabato 21 febbraio p.v. dalle ore 15,00 presso i locali della Circoscrizione n.4 a Cagliari, in via Castglione n.1, angolo piazza Giovanni XXIII, secondo il seguente palinsesto:
- ore 15,00: inizio esposizione lavori satirici,
- ore 16,30: Tullio Boi parlerà della sua pubblicazone "Il Cervello della Mucca in Carrozzina",
- ore 16,45: Marco Careddu, Amministratore di Inserto Satirico, tratterà della satira italiana nel web,
- ore 17,00: PROCLAMAZIONE DEI LAVORI VINCITORI da parte dei giurati Vo.S.M.
con la partecipazione dell'assessore comunale alla Cultura prof. Giorgio Pellegrini.
I primi tre vignettisti in classifica sono:
1° RUGGERO SORU di Carbonia
2° MASSIMO PALAZZO di Palermo
3° IVAN ANNIBALI di Firenze
le cui vignette, nell’ordine, provvedo a pubblicare. Tutti gli altri disegni sono in visione in rete (Concorso VO.S.M.).
Desidero peraltro evidenziare la mia vignetta comprensiva dei doverosi auguri ( non solo natalizi, naturalmente).

"DERIVA" ZANICCHI...


Mentre si avvicina ai 70, l’Aquila di Ligonchio (qui effigiata in una riuscitissima caricatura di Sergio Ippoliti del 1973) ha deciso di cambiare… pelle.
Lasciato alle spalle un passato fatto di motivi romantici (vinse a Sanremo nel 1967 con “Non pensare a me”, in coppia con Claudio Villa, e nel 1969 con “Zingara”, in coppia con Bobby Solo), ecco il passaggio, per non dire "conversione", della Zanicchi (alla sua età…) verso concetti decisamente di crudo verismo quali quelli espressi nella canzone “Ti voglio senza amore” della 59^ edizione del “Sanremo”.
E’ davvero il caso di dire… "Deriva" Zanicchi.

domenica 15 febbraio 2009

59° FESTIVAL DI SANREMO


59^ edizione del Festival di Sanremo.
Può già abbozzare un consuntivo (del… mezzo del cammin) chi, come me, ha ricordi (guarda un po’…) già della seconda edizione (1952, scuola elementare) la cui vincitrice, Nilla Pizzi, con “Vola Colomba” corroborò lo spirito nazional-patriottico (l’Europa era di là da venire) che all’epoca era fortemente tangibile nell’aria.
Per rendere meglio l’idea apro ulteriore parentesi attingendo da Wikipedia:
“”” La canzone vincente, Vola colomba interpretata da Nilla Pizzi, è un brano dedicato al ritorno di Trieste all’Italia, ma la canzone di maggior successo sarà la seconda classificata, Papaveri e papere, scritta da Mario Panzeri che, raccontando dei papaveri alti alti alti delinea una metafora dei potenti di fronte a cui i poveri, nati paperini, non possono fare nulla. Questa canzone, anch’essa eseguita dalla Pizzi (con Mario Bosi ad imitare la voce di Paperino), sarà poi incisa anche da Bing Crosby, Eddie Costantine, Yves Montand e Beniamino Gigli.”””
Avrei voluto pubblicare una caricatura di Renato Rascel, brillante vincitore nel 1960, con “Romantica”, unitamente a Tony Dallara. Nel disegno (che non sono riuscito a trovare e il cui autore non ricordo), il comico-cantante era stato effigiato con un naso che gli arrivava fino al mento e che io divertendomi a copiare gli facevo arrivare fin quasi ai piedi.
Pubblico pertanto una copertina della “Domenica del Corriere” realizzata nel 1962 da Walter Molino che, sin dal 1936, era stato anche vignettista e caricaturista del Bertoldo, diretto da Giovannino Mosca e Vittorio Metz.
Nell’illustrazione di Molino è facile riconoscere Domenico Modugno, Mina, Renato Rascel, Gino Paoli, Giorgio Gaber, Claudio Villa, Adriano Celentano, Milva, Tony Dallara, Sergio Bruni, Johnny Dorelli, Umberto Bindi.

giovedì 12 febbraio 2009

S.VALENTINO BACIO SU BACIO, BACIO PIU' BACIO...


Bacio per bacio, bacio con bacio, bacio su bacio, bacio più bacio: totale BACIO AL BACIO (che bacio!)...

lunedì 9 febbraio 2009

venerdì 6 febbraio 2009

COSCIENZA... SOLO UN PO' "ABBRONZATA"


Il premier, nel fare campagna elettorale per le regionali della Sardegna, tra gli altri insulti rivoltigli, lo aveva definito “fallito e incantatore di serpenti”. Ma la replica di Renato Soru è stata ferma e carica di comprensibile sdegno.“Quelle del premier Berlusconi”, si legge in un’intervista a Repubblica ”non sono accuse, sono falsita’ allo stato puro. Premesso che io non gestisco la societa’ da cinque anni, da quando sono stato eletto, dico solo che Tiscali non li ha mai visti 3,3 miliardi: come potrebbe averli perduti’?”. Sul fronte occupazionale Soru ha spiegato che ”non c’e’ stato un solo licenziamento, ne’ un’ora di cassa integrazione. Ci sono stati 70 esodi volontari incentivati.
Cio’ che mi indigna e’ che per denigrare me, proprietario oggi solo del 20 per cento di Tiscali, Berlusconi sta danneggiando una societa’ che produce ricchezza e lavoro, sta danneggiando l’80 per cento dei suoi azionisti che non c’entrano nulla e soprattutto sta danneggiando i suoi lavoratori. Fa affermazioni su una societa’ quotata che sono al limite dell’aggiotaggio, ma tanto e’ protetto dal lodo Alfano”. “Mi viene una tristezza infinita se penso ad un uomo di 73 anni che pur di vincere un’elezione in piu’ pensa di poter offendere e calunniare chiunque”.

Dopo la querela per diffamazione e calunnia, Renato Soru ha spiegato che il suo atto deriva dal «comportamento del premier in questi ultimi giorni di campagna elettorale: è da tempo che dice delle cose che sono perseguibili».“Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha oltrepassato ogni segno accusandomi, impunemente, di aver intascato tangenti o cose del genere.«Purtroppo, in questo momento - ha aggiunto - credo che sia protetto dal lodo Alfano, staremo a vedere. In ogni caso, non di campagna elettorale si tratta ma di comportamenti umani».

“Ho toccato con mano in che tipo di Repubblica viviamo: una Repubblica che permette a un signore che dovrebbe essere migliore di noi e più attento e responsabile di chiunque per il ruolo che ricopre, di rimanere impunito».
«Nei suoi confronti non c’è diritto che possiamo far rispettare, siamo nudi, impotenti. Lui lo sa e senza scrupoli continua ad utilizzare questa possibilità che non è data a nessun altro. Peraltro a Milano intimiamo con procedura d’urgenza un ricorso ex art. 700 che obblighi Il Giornale a ritrattare le notizie false, tra cui anche quella che Tiscali stia licenziando 250 lavoratori». «Il presidente del Consiglio si è fatto intervistare per 15 minuti sul suo canale privato per parlare delle elezioni in Sardegna; poi altre accuse senza contraddittorio, senza dare possibilità di rendere conto di affermazioni meschine. Parla dei bilanci di un’azienda che io ho fondato».
“Ebbene è impressionante sentire il Presidente del Consiglio parlare di bilanci di aziende, lui che si è preoccupato di depenalizzare il falso in bilancio con la prima delle leggi ad personam che lo riguardava direttamente”.

domenica 1 febbraio 2009

MARCHESI, "ESSERE O BENESSERE ?"




Ritorno alla mia ultima “Archeologia Satirica” per aggiungere agli aforismi di Marcello Marchesi anche “ESSERE O BENESSERE ?” che mi era sfuggito nel compilare il pur parziale elenco.
Con l’occasione, desidero pubblicare la copertina del relativo libro, unitamente all’altra emblematica e riuscitissima copertina sul “DIARIO FUTILE del signore di mezza età”.
E … dulcis in fundo (veramente tutt’altro che dolce), per rendere omaggio alla magica divertente inventiva di un Marchesi super creativo mi basta ricordare e riferire ciò che il grande autore satirico, quasi quarant’anni fa, aveva scritto da qualche parte:
“Mi fu chiesto uno slogan per una esaltante pubblicità di un rinomato vaso (o tazza) di W.C.
E senza pensarci due volte, d’istinto che avrei potuto scrivere?…
”SURSUM M…AM” !